LA CAPSULA DEL TEMPO

Materia: Italiano
Classe: seconda e terza
In generale, una capsula del tempo è un contenitore preparato appositamente per conservare oggetti o informazioni destinati ad essere ritrovati nel futuro. Permette di comunicare in modo unidirezionale con il futuro e non va quindi confusa con la macchina del tempo.
Quando si è creato un legame sufficientemente forte con la classe, e vedo che la temperatura del gruppo si è alzata troppo per i più svariati motivi (problemi a casa, paura del futuro, ansie tipiche dell'adolescenza ecc.) preparo con loro una capsula del tempo, di solito a metà della seconda per poi aprirla a settembre in terza, oppure all'inizio dell'ultimo anno per poi aprirla prima dell'esame di stato.
Gli alunni vengono invitati a scrivere una lettera a loro stessi, riportante la data del settembre successivo. In questa lettera racconteranno la loro paura più grande oppure un problema che in quel momento li affligge:

  • la scelta della scuola

  • problemi familiari

  • primi amori

  • ecc.

In questa fase è importante che il conduttore rispetti nel modo più assoluto la privacy dei ragazzi e che specifichi la natura dell’esercitazione.

Modalità: fate scrivere su un foglio una lettera con impostazione classica, indirizzata a loro stessi. Chiedete loro di avere massima cura e riservatezza, di parlare sinceramente e di porre attenzione anche nell’impaginazione, eventuale decorazione e sulla creazione di una busta. Fate apporre la data e sulla busta fate scrivere “A cognome/nome del futuro - da aprire a settembre del ….”.

Tutte le buste verranno chiuse dal docente in una scatola o busta più grande, che verrà poi sigillata (con scotch, firme…). Di solito io porto questa busta a casa e la nascondo in attesa che arrivi il momento di aprirla, e vi assicuro che si tratta sempre di un momento molto emozionante!
Non ho mai letto il contenuto delle loro lettere.
Quando le lettere verranno riportate in aula per essere aperte, riguardo al problema descritto potranno verificarsi due scenari:
- il problema che sembrava insormontabile è stato superato: i ragazzi hanno verificato sulla loro pelle che ciò che appare terribile e senza speranza in un momento della loro vita, domani potrebbe risolversi;
- il problema NON è stato superato: va posto l’accento sul fatto che potremmo essere cambiati noi rispetto al problema ma soprattutto invitare i ragazzi ad essere meno severi con loro stessi. A volte si addossano colpe che non hanno, quando alcuni problemi non dipendono da loro.

Fate sempre questa attività con una classe dove si è già stabilita una forte connessione, rispettate la privacy senza leggere se non avete il loro permesso e quando a settembre aprirete la scatola del tempo, attendete la fine della lettura, se è il caso date il tempo necessario per gestire le reazioni (lacrime, tristezza, ecc.) e poi aprite il dibattito.

Non c’è bisogno di conoscere il problema, ma si può condurre un brainstorming sulle emozioni, utilizzando un Wakelet o la semplice lavagna presente in classe.

Di solito apro il dibattito con questa citazione di Murakami, mio scrittore preferito:

“Quando la tempesta sarà finita, probabilmente non saprai neanche tu come hai fatto ad attraversarla e a uscirne vivo. Anzi, non sarai neanche sicuro se sia finita per davvero. Ma su un punto non c'è dubbio... Ed è che tu, uscito da quel vento, non sarai lo stesso che vi è entrato.”
Kafka sulla spiaggia - Murakami Haruki

IMPORTANTE: lasciate liberi i ragazzi di conservare o distruggere la lettera dopo la lettura silenziosa e personale. Raramente mi è capitato che qualcuno volesse condividerne il contenuto, e mi è sempre sembrato giusto così. I temi a volte vengono rivelati dall’autore, e tutti meritano rispetto: si spazia dal divorzio dei genitori alla frustrazione provata per un regalo desiderato e non ricevuto, ma ogni emozione va rapportata all’età e gestita in maniera empatica, senza giudicare o sminuire.